Anagrammi I

 

Un anagramma di una parola è una parola che ha tutte e sole le lettere della parola iniziale, in qualsiasi ordine. Per esempio, a partire dalla parola ROMA, possiamo trovare gli anagrammi RAMO, MORA, ORMA, etc. In matematica è utile accettare come anagrammi anche parole prive di significato: MROA è un anagramma di ROMA. Inoltre, si considera anagramma di una parola anche la parola stessa: ROMA è un anagramma di ROMA.
In questa prima sezione, ci limiteremo a parole in cui nessuna lettera compare più di una volta (ci occuperemo per esempio di parole come MELA ma non di parole come MALA dove la A compare due volte).

L’attività seguente è proponibile in tutte le classi, con i dovuti accorgimenti: per gli studenti della classe prima non è necessario conoscere il concetto di prodotto, anzi l'attività può fornire uno spunto per una prima intuizione sulla moltiplicazione.

QUANTI SONO GLI ANAGRAMMI DI UNA PAROLA?

Si stampano le lettere che si trovano nella sezione ALLEGATI. Si sceglie una parola qualsiasi di tre lettere, in seguito ERA, e si chiamano tre studenti per "indossare" le lettere, una a testa. Scegliendo la parola bisogna fare attenzione che le lettere siano tutte diverse fra loro.

Gli studenti si mettono in fila nell'ordine corretto per formare la parola. Si chiede quindi ai tre studenti di cambiare posizione, in modo da creare un'altra parola - per esempio REA. Ogni parola trovata in questo modo viene letta dalla classe e scritta alla lavagna; se si vuole si può distinguere fra parole e non parole, cioè parole con significato e parole senza significato.

              

La classe si abitua quindi a leggere ordinatamente gruppi di lettere, cominciando ad osservare la posizione dei compagni, indentificando la lettera con il compagno che la indossa. L’esperienza è legata alla letto-scrittura, nel riconoscimento delle sillabe dirette (e.g. FA) e inverse (e.g. AF). Quest’attività sostiene, come rappresentazione mentale, la sintesi dei fonemi – ossia la capacità dello studente di unire le singole lettere, ottenendo la globalità della sillaba e quindi della parola.

Dopo qualche esempio, si contano tutte le parole e non parole scritte alla lavagna e si chiede se ce ne siano altre. Quest'ultima domanda è centrale nell'attività, vale quindi la pena dedicarci il tempo necessario ascoltando le opinioni di tutta la classe. Il passo successivo è chiedere, a chi afferma che le parole trovate siano tutte, una spiegazione: "come fai ad essere sicura/o che siano tutte?". Non è necessario arrivare subito ad una conclusione condivisa, mentre è molto opportuno trovare gli anagrammi di altre parole, sempre con tre lettere: ORA, EVA, TRA, ALI... In questo modo, si cerca di far sviluppare alla classe una strategia per trovare e contare gli anagrammi indipendentemente dalle lettere in gioco.

Gli anagrammi delle parole con tre lettere diverse sono 6. Vediamo un ragionamento più strutturato per capire il perché, che si potrà condividere con la classe in un secondo momento. Date tre lettere qualsiasi, per esempio ABC, per scegliere la prima lettera con cui formare un anagramma abbiamo tre possibilità: AB oppure (analogamente abbiamo tre scelte su quale sia il primo studente in fila). Una volta scelta la prima lettera - cioè fissato il primo studente - abbiamo due lettere restanti per la seconda posizione: se per esempio scegliamo che il nostro anagramma inizi con la lettera B, in seconda posizione potremo avere A oppure C, ottendendo BA oppure BC. Una volta fissate le prime due lettere, la terza è obbligata: nel caso di BA avremo BAC e nel caso di BC avremo BCA. Ricapitolando, abbiamo tre possibilità per scegliere la prima lettera, due per la seconda ed una sola per la terza. In tutto abbiamo quindi 3 × 2 × 1 = 6 possibilità.
Il ragionamento formale ricalca sicuramente la strategia intuitiva che molti svilupperanno per contare il numero degli anagrammi. Se si decide tuttavia di svolgere il calcolo con gli studenti è opportuno arrivare alla conclusione in maniera collettiva, sottolineando che il ragionamento che si sta facendo non dipende dalle lettere in questione (ragionare con ABC è equivalente a ragionare con, per esempio, HTR).

Dopo aver esaminato parole con tre lettere, si passa dapprima a parole di sole due lettere - per le quali si arriva in fretta a capire che gli anagrammi possibili sono solamente due - e poi a parole con quattro lettere, come ROMA citata nell'introduzione.

      

Nel caso di quattro lettere, scrivere tutti i possibili anagrammi richiede tempo ma è molto utile, specie se si arriva a scriverli in uno schema ordinato. Per schema ordinato si intende una tabella dove non si distingue più fra parole e non parole (che comunque possono essere evidenziate in seguito) ma dove si dà importanza all'ordine in cui le lettere compaiono, in particolare raggruppando tutte le parole che iniziano con una data lettera (analogamente tutte le parole che hanno lo stesso studente in prima posizione).

ROMA ROAM RMOA RMAO RAMO RAOM
ORMA ORAM OMRA OMAR OARM OAMR
MROA MRAO MORA MOAR MARO MAOR
AROM ARMO AORM AOMR AMRO AMOR

Dalla tabella risulta chiaro che gli anagrammi possibili della parola ROMA sono 24. Il ragionamento per arrivare al risultato è analogo al precedente: abbiamo 4 possibilità per scegliere la prima lettera (R, O, M oppure A), 3 per la seconda, 2 per la terza e una sola per l'ultima. Si ottiene quindi 4 × 3 × 2 × 1 = 24.
Dalla tabella si nota più precisamente che in ogni riga viene fissata la prima lettera e le altre assumono tutte le posizioni possibili. Per esempio, nella prima riga della tabella, viene fissata la come lettera iniziale, a cui seguono tutti gli anagrammi della parola OMA, che già sappiamo essere 3 × 2 × 1 = 6. Siamo in presenza di un'applicazione di ciò che viene usualmente definito come principio di induzione, che chiaramente esula dai programmi del primo ciclo. Tuttavia, è probabile che sviluppare una buona intuizione sugli anagrammi aiuti la classe a capire il concetto chiave di passare dal caso con n lettere al caso con n+1 lettere ogni volta tramite uno stesso procedimento.
 
Nella sezione ALLEGATI, si trova anagrammi_esercizi.pdf da consegnare alla classe come esercitazione insieme a anagrammi_esercizi_libero.docx con cui l'insegnante può creare esercizi personalizzati.

GIOCARE CON GLI ANAGRAMMI

Abbiamo fino ad ora trattato gli anagrammi da un punto di vista matematico. Ciò non toglie che gli anagrammi più interessanti siano quelli che abbiano a loro volta un significato. In questa direzione, è opportuno che la classe si diverta a cercarli: per esempio NOMADI e DINAMO sono anagrammi di DOMANI, ARGINE e REGINA sono anagrammi di GERANI, etc. Inoltre, può essere divertente la richiesta di trovare il numero "nascosto" in alcune parole: si propone alla classe la parola TESTE e si chiede di trovare un anagramma che sia un numero (la soluzione è SETTE). Altre parole che nascondono un numero sono CONTE, INDUCICREDITI, NOTTATANERVETTINOTTURNE, STENTATASTANASSE o QUANTA TERRA.

Vi lasciamo altri esempi di anagrammi: in giro è un anagramma di giorni, frase è un anagramma di sfera, aperti dopo è un anagramma di doppiatore, il libro è un anagramma di birillo. Una piccola curiosità è che si cerca la parola "anagramma" su Google, compare "forse cercavi: arma magna" - ossia un anagramma di anagramma.


APPROFONDIMENTO: IL FATTORIALE

Abbiamo visto che gli anagrammi di una parola con tre lettere tutte diverse fra loro sono 3 × 2 × 1, che gli anagrammi di una parola con due lettere diverse sono 2 × 1 e che gli anagrammi di una parola con quattro lettere - tutte diverse - sono 4 × 3 × 2 × 1. Non è difficile intuire che nel caso di una parola con cinque lettere (sempre diverse fra loro) gli anagrammi sono 5 × 4 × 3 × 2 × 1 e che, in generale, il numero degli anagrammi di una parola con lettere è il prodotto di tutti i numeri fino ad n, cioè n × (n – 1) × (n – 2) × ... × 2 × 1. In matematica, l'espressione appena fornita si definisce come fattoriale e si indica come n!. Per esempio, 6! = 6 × 5 × 4 × 3 × 2 × 1 = 720. Come si nota dal precedente calcolo, il fattoriale cresce molto velocemente al crescere del numero: basti pensare che il fattoriale di 2 vale 2, mentre il fattoriale di 10 vale più di 3 milioni.
L'uso del punto esclamativo per indicare il fattoriale è stato introdotto all'inizio del XIX secolo dal matematico francese Christian Kramp.

Scheda Tecnica

TEMPO MEDIO: 2 ore
SPAZI: aula
MATERIALI: lettere da attaccare alla maglietta degli studenti e foglio di esercizi sugli anagrammi (i materiali si trovano nella sezione ALLEGATI)
COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI: italiano

Warm App

Prima di svolgere l'attività si può far giocare la classe al minigioco CONTEGGIO su
www.oiler.education/warmapp con l'ausilio della L.I.M.

Indicazioni Nazionali

TERMINE CLASSE TERZA

  • Classificare numeri, figure o oggetti in base ad una o più proprietà;

  • argomentare sui criteri che sono stati usati per realizzare classificazioni e ordinamenti assegnati.

TERMINE CLASSE QUINTA

  • Rappresentare problemi con tabelle e grafici che ne esprimono la struttura;

  • riconoscere e descrivere regolarità in una sequenza di numeri o di figure.

Anagrammi I

Scheda Tecnica

TEMPO MEDIO: 2 ore
SPAZI: aula
MATERIALI: lettere da attaccare alla maglietta degli studenti e foglio di esercizi sugli anagrammi (i materiali si trovano nella sezione ALLEGATI)
COLLEGAMENTI INTERDISCIPLINARI: italiano

Warm App

Prima di svolgere l'attività si può far giocare la classe al minigioco CONTEGGIO su
www.oiler.education/warmapp con l'ausilio della L.I.M.

 

Un anagramma di una parola è una parola che ha tutte e sole le lettere della parola iniziale, in qualsiasi ordine. Per esempio, a partire dalla parola ROMA, possiamo trovare gli anagrammi RAMO, MORA, ORMA, etc. In matematica è utile accettare come anagrammi anche parole prive di significato: MROA è un anagramma di ROMA. Inoltre, si considera anagramma di una parola anche la parola stessa: ROMA è un anagramma di ROMA.
In questa prima sezione, ci limiteremo a parole in cui nessuna lettera compare più di una volta (ci occuperemo per esempio di parole come MELA ma non di parole come MALA dove la A compare due volte).

L’attività seguente è proponibile in tutte le classi, con i dovuti accorgimenti: per gli studenti della classe prima non è necessario conoscere il concetto di prodotto, anzi l'attività può fornire uno spunto per una prima intuizione sulla moltiplicazione.

QUANTI SONO GLI ANAGRAMMI DI UNA PAROLA?

Si stampano le lettere che si trovano nella sezione ALLEGATI. Si sceglie una parola qualsiasi di tre lettere, in seguito ERA, e si chiamano tre studenti per "indossare" le lettere, una a testa. Scegliendo la parola bisogna fare attenzione che le lettere siano tutte diverse fra loro.

Gli studenti si mettono in fila nell'ordine corretto per formare la parola. Si chiede quindi ai tre studenti di cambiare posizione, in modo da creare un'altra parola - per esempio REA. Ogni parola trovata in questo modo viene letta dalla classe e scritta alla lavagna; se si vuole si può distinguere fra parole e non parole, cioè parole con significato e parole senza significato.

              

La classe si abitua quindi a leggere ordinatamente gruppi di lettere, cominciando ad osservare la posizione dei compagni, indentificando la lettera con il compagno che la indossa. L’esperienza è legata alla letto-scrittura, nel riconoscimento delle sillabe dirette (e.g. FA) e inverse (e.g. AF). Quest’attività sostiene, come rappresentazione mentale, la sintesi dei fonemi – ossia la capacità dello studente di unire le singole lettere, ottenendo la globalità della sillaba e quindi della parola.

Dopo qualche esempio, si contano tutte le parole e non parole scritte alla lavagna e si chiede se ce ne siano altre. Quest'ultima domanda è centrale nell'attività, vale quindi la pena dedicarci il tempo necessario ascoltando le opinioni di tutta la classe. Il passo successivo è chiedere, a chi afferma che le parole trovate siano tutte, una spiegazione: "come fai ad essere sicura/o che siano tutte?". Non è necessario arrivare subito ad una conclusione condivisa, mentre è molto opportuno trovare gli anagrammi di altre parole, sempre con tre lettere: ORA, EVA, TRA, ALI... In questo modo, si cerca di far sviluppare alla classe una strategia per trovare e contare gli anagrammi indipendentemente dalle lettere in gioco.

Gli anagrammi delle parole con tre lettere diverse sono 6. Vediamo un ragionamento più strutturato per capire il perché, che si potrà condividere con la classe in un secondo momento. Date tre lettere qualsiasi, per esempio ABC, per scegliere la prima lettera con cui formare un anagramma abbiamo tre possibilità: AB oppure (analogamente abbiamo tre scelte su quale sia il primo studente in fila). Una volta scelta la prima lettera - cioè fissato il primo studente - abbiamo due lettere restanti per la seconda posizione: se per esempio scegliamo che il nostro anagramma inizi con la lettera B, in seconda posizione potremo avere A oppure C, ottendendo BA oppure BC. Una volta fissate le prime due lettere, la terza è obbligata: nel caso di BA avremo BAC e nel caso di BC avremo BCA. Ricapitolando, abbiamo tre possibilità per scegliere la prima lettera, due per la seconda ed una sola per la terza. In tutto abbiamo quindi 3 × 2 × 1 = 6 possibilità.
Il ragionamento formale ricalca sicuramente la strategia intuitiva che molti svilupperanno per contare il numero degli anagrammi. Se si decide tuttavia di svolgere il calcolo con gli studenti è opportuno arrivare alla conclusione in maniera collettiva, sottolineando che il ragionamento che si sta facendo non dipende dalle lettere in questione (ragionare con ABC è equivalente a ragionare con, per esempio, HTR).

Dopo aver esaminato parole con tre lettere, si passa dapprima a parole di sole due lettere - per le quali si arriva in fretta a capire che gli anagrammi possibili sono solamente due - e poi a parole con quattro lettere, come ROMA citata nell'introduzione.

      

Nel caso di quattro lettere, scrivere tutti i possibili anagrammi richiede tempo ma è molto utile, specie se si arriva a scriverli in uno schema ordinato. Per schema ordinato si intende una tabella dove non si distingue più fra parole e non parole (che comunque possono essere evidenziate in seguito) ma dove si dà importanza all'ordine in cui le lettere compaiono, in particolare raggruppando tutte le parole che iniziano con una data lettera (analogamente tutte le parole che hanno lo stesso studente in prima posizione).

ROMA ROAM RMOA RMAO RAMO RAOM
ORMA ORAM OMRA OMAR OARM OAMR
MROA MRAO MORA MOAR MARO MAOR
AROM ARMO AORM AOMR AMRO AMOR

Dalla tabella risulta chiaro che gli anagrammi possibili della parola ROMA sono 24. Il ragionamento per arrivare al risultato è analogo al precedente: abbiamo 4 possibilità per scegliere la prima lettera (R, O, M oppure A), 3 per la seconda, 2 per la terza e una sola per l'ultima. Si ottiene quindi 4 × 3 × 2 × 1 = 24.
Dalla tabella si nota più precisamente che in ogni riga viene fissata la prima lettera e le altre assumono tutte le posizioni possibili. Per esempio, nella prima riga della tabella, viene fissata la come lettera iniziale, a cui seguono tutti gli anagrammi della parola OMA, che già sappiamo essere 3 × 2 × 1 = 6. Siamo in presenza di un'applicazione di ciò che viene usualmente definito come principio di induzione, che chiaramente esula dai programmi del primo ciclo. Tuttavia, è probabile che sviluppare una buona intuizione sugli anagrammi aiuti la classe a capire il concetto chiave di passare dal caso con n lettere al caso con n+1 lettere ogni volta tramite uno stesso procedimento.
 
Nella sezione ALLEGATI, si trova anagrammi_esercizi.pdf da consegnare alla classe come esercitazione insieme a anagrammi_esercizi_libero.docx con cui l'insegnante può creare esercizi personalizzati.

GIOCARE CON GLI ANAGRAMMI

Abbiamo fino ad ora trattato gli anagrammi da un punto di vista matematico. Ciò non toglie che gli anagrammi più interessanti siano quelli che abbiano a loro volta un significato. In questa direzione, è opportuno che la classe si diverta a cercarli: per esempio NOMADI e DINAMO sono anagrammi di DOMANI, ARGINE e REGINA sono anagrammi di GERANI, etc. Inoltre, può essere divertente la richiesta di trovare il numero "nascosto" in alcune parole: si propone alla classe la parola TESTE e si chiede di trovare un anagramma che sia un numero (la soluzione è SETTE). Altre parole che nascondono un numero sono CONTE, INDUCICREDITI, NOTTATANERVETTINOTTURNE, STENTATASTANASSE o QUANTA TERRA.

Vi lasciamo altri esempi di anagrammi: in giro è un anagramma di giorni, frase è un anagramma di sfera, aperti dopo è un anagramma di doppiatore, il libro è un anagramma di birillo. Una piccola curiosità è che si cerca la parola "anagramma" su Google, compare "forse cercavi: arma magna" - ossia un anagramma di anagramma.


APPROFONDIMENTO: IL FATTORIALE

Abbiamo visto che gli anagrammi di una parola con tre lettere tutte diverse fra loro sono 3 × 2 × 1, che gli anagrammi di una parola con due lettere diverse sono 2 × 1 e che gli anagrammi di una parola con quattro lettere - tutte diverse - sono 4 × 3 × 2 × 1. Non è difficile intuire che nel caso di una parola con cinque lettere (sempre diverse fra loro) gli anagrammi sono 5 × 4 × 3 × 2 × 1 e che, in generale, il numero degli anagrammi di una parola con lettere è il prodotto di tutti i numeri fino ad n, cioè n × (n – 1) × (n – 2) × ... × 2 × 1. In matematica, l'espressione appena fornita si definisce come fattoriale e si indica come n!. Per esempio, 6! = 6 × 5 × 4 × 3 × 2 × 1 = 720. Come si nota dal precedente calcolo, il fattoriale cresce molto velocemente al crescere del numero: basti pensare che il fattoriale di 2 vale 2, mentre il fattoriale di 10 vale più di 3 milioni.
L'uso del punto esclamativo per indicare il fattoriale è stato introdotto all'inizio del XIX secolo dal matematico francese Christian Kramp.

Indicazioni Nazionali

TERMINE CLASSE TERZA

  • Classificare numeri, figure o oggetti in base ad una o più proprietà;

  • argomentare sui criteri che sono stati usati per realizzare classificazioni e ordinamenti assegnati.

TERMINE CLASSE QUINTA

  • Rappresentare problemi con tabelle e grafici che ne esprimono la struttura;

  • riconoscere e descrivere regolarità in una sequenza di numeri o di figure.